lunedì 28 febbraio 2011

OSCAR 2011: I COMMENTI DI CIAK/2



Doveva essere l’Oscar dei giovani. L’edizione dello svecchiamento. Sul palco due attori della nuova leva in veste di padroni di casa, sullo schermo il superfavorito (fino a qualche giorno fa) Social Network, in platea un bel po’ di candidati under 35. C’era persino un coro di ragazzini alla fine. E invece gli 83 anni degli Academy Award si vedono tutti. Vince un film sul passato (bello, molto bello, e classico), sul palco è tutto un preconfezionato, ingessato e noioso ringraziamento a mogli meravigliose, madri lungimiranti, compagni di lavoro straordinari. Il solo momento di autentica commozione è quello dell’omaggio agli scomparsi dell’anno, l’unico guizzo di vivacità arriva dai vecchi Kirk Douglas che più arzillo che mai corteggia la Hathaway, e Randy Newman (miglior canzone per Toy Story 3), che ironizza sul rapporto tra 20 candidature e due sole statuette vinte. Timidi, troppo timidi Anne Hathaway, che sfoggia un abito dell’archivio Valentino ogni 15 minuti, e James Franco che si muove come un corpo estraneo nel circo hollywoodiano. Tutto come previsto, nemmeno una sorpresa, passioni sotto controllo, solo un sussulto di sana indignazione quando Charles Ferguson, il regista di Inside Job, miglior documentario, ricorda che nessuno dei truffatori responsabili del recente crollo di Wall Street è finito in galera. Ma la platea non raccoglie. Firth si considera risarcito dell’Oscar perso per il film di Tom Ford, la Portman festeggia in viola e col pancione, Christian Bale e Melissa Leo consacrano un film come The Fighter che ai selezionatori del Festival di Venezia non era piaciuto, In un mondo migliore di Susanne Bier trionfa anche al Kodak Theatre. Grandi sconfitti i film sul Facebook e soprattutto Il Grinta: dieci candidature e neppure una statuetta. I Coen in platea sbadigliano, ma non sono i soli.
ALESSANDRA DE LUCA

Lo scorso anno ci eravamo illusi che l’Academy si fosse svecchiata un po’. Con i premi al potente Hurt Locker, sguardo atroce su una guerra ancora in corso, e con la statuetta al maestoso Jeff Bridges grasso, sporco e pieno di vomito in Crazy Heart, pareva che gli Oscar potessero andare anche ai film che disturbano lo sguardo, la testa e il cuore. Il 2011, invece, già nelle nomination lasciava fuori dai premi che contano i veri capolavori dell’anno: Inception, non a caso tanto amato dai lettori di Ciak, e Hereafter, magnifico sguardo sull’aldilà del giovane-vecchio Clint Eastwood. Il discorso del re è un ottimo film, ma forse erano sufficienti premi come la migliore sceneggiatura e miglior attore Colin Firth (a fianco con la moglie, Steven Spielber e figlia) Nolan ignorato - perfino alla candidatura - alla migliore regia è uno sfregio. Mi chiedo poi se Il grinta non abbia avuto alcun premio solo perché non ha rispetto per il mito del West americano, trasformato dai Coen in porcilaia per ubriaconi guerci, donne menomate e miseri baratti, l’uomo è un dollaro quasi senza valore. Forse è stato ignorato proprio in quanto antitesi blasfema dell’icona originale: il “Duca” John Wayne, che vinse la sua unica statuetta per la più conciliatoria versione del ‘69. Grazie al cielo c’è invece un po’ di Aronofsky nei premi che contano: Portman è davvero straordinaria in Cigno nero e così Chris Bale nel film The Fighter, che inizialmente fu concepito proprio dal “combattente” regista newyorkese. È comunque lecito chiedersi se l’Academy impolverata di quest’anno avrebbe premiato la fulgida Portman anche senza il pancione.
LUCA BARNABE’

E' bastato il pur bel collage montato a presentare i 10 candidati a miglior film a farci capire che il "sovrano" avrebbe sovrastato gli altri: Colin Firth e il suo discorso contenitori sonori per le immagini degli altri titoli. La 7ma di Lodovico Van in struggente ma scontato sottofondo. Io proprio non ci sto con quest Oscar (miglior film e regia) a Il discorso del re, surreale scippo all'altro inglese Nolan "il visionario" (premiato con Wally Pfister, foto qui sotto) ma soprattutto al sincopato Fincher (il mio preferito a tali premi). Mi consola un Oscar specifico a The Social Network: quello al MONTAGGIO perché diciamolo, un film ben girato e mal montato è come avere ottimi ingredienti buttati a caso. E nel caso di questo film mi è parso perfetto a riverberare il ritmo di quel mondo, del nostro universo web fatto di istantanee, interruzioni, abbreviazioni, velocità estrema. Facebook è così, anche fisicamente parlando: chi ci lavora non cammina, schizza in skate. Era difficile renderlo in un film ma Fincher ci è riuscito. Detto questo nulla da eccepire ai premi agli attori, forse coloro che hanno fatto la vera differenza quest'anno. And the Brits go on!
ANNA MARIA PASETTI

7 commenti:

Frank MacGuffin ha detto...

A me Anne Hathaway è sembrata spigliata e frizzante rispetto a James Franco, che era un palo. Tesissimo per tutto il tempo, mi è sembrato a suo agio solo quando si è vestito da donna, probabilmente perché nascosto dietro una maschera.
I premi sono stati scontati, è andato tutto come previsto, o quasi. Avrei voluto Inception come film dell'anno, non perché avesse qualcosa in più degli altri, ma perché ha qualcosa di diverso dagli altri: l'emozione. Non che le altre pellicole non mi abbiano emozionato (anzi), è che il film di Nolan nell'emozionometro è arrivato sopra a tutti. Per me.
Nessuno si è pronunciato sui film d'animazione... Mi è dispiaciuto non vedere Rapunzel tra i candidati. Toy Story 3 è bello e ha un finale emozionante, ma Dragon Trainer aveva una marcia in più, per quanto mi riguarda.

Nicola Cosentino ha detto...

Ho da subito apprezzato entrambi i favoriti (The Social Network ed il Discorso del Re) per motivi logicamente diversi - il primo rivisita la trascinante pienezza dei legal drama più belli, arricchendosi di una sceneggiatura perfetta sotto ogni aspetto, il secondo gioca a fare il film classico, illudendo lo spettatore con una regia molto presente (checché se ne dica). Consapevole che il vero capolavoro dell'anno, Inception, non avrebbe portato a casa la statuetta per il Miglior Film e men che meno le altre (meritate) per la regia ed il montaggio, premi ai quali non era neanche candidato (!), ho riversato il mio tifo verso il film di Fincher. Alla fine sono rimasto un po' deluso, non perché Hooper rappresenti il classicismo inglese con cui viene catalogato Il Discorso del Re (come ho già detto lo stile monello delle riprese riscatta la linearità dello script), ma perché trovavo di gran lunga più "potente", forte e gradita ai ragazzi l'impostazione di Sorkin e Fincher per un film che davvero ricorda certi capolavori amari che ti lasciano con gli occhi incollati allo schermo: film che vorresti rivedere appena finito. Poi Fincher stesso, e che diamine, merita. Ma da molti anni, ormai! Possibile che Hooper, bravo, frizzate e delicato allo stesso tempo, quasi invisibile, abbia colpito di più di uno dei maestri indiscussi del nostro cinema contemporaneo? Sulla regia l'Academy non si sa decidere, niente da fare. E' la cosa che mi ha deluso sempre di più: meritevoli gli attori, anche se mancava Di Caprio, splendida Natalie Portman, Inception battuto anche nell'ormai memorabile colonna sonora. Sono contento per il cinema in genere, un po' meno per come l'Academy si allontana dai ragazzi e dallo scopo di promuovere i film con un pubblico più circoscritto; il Discorso è bello, certo, ma Inception e The Social Network (distribuito malissimo al sud), sono già storia. Ecco, l'Oscar va ai film storici e dimentica di intercettare quei film che faranno la storia a prescindere dalla statuetta, forse per scelta. Tanti complimenti ad Hooper, quindi, nonostante tutto, aspetto il prossimo Fincher per un eventuale risarcimento e, da nolaniano di ferro, spero che The Dark Knight Rises possa essere davvero Il Ritorno del Re del nuovo decennio. Al limite, se alla lunga l'Academy si dovesse dimenticare di lui come di Hitchcock e Kubrick, tanto meglio. A loro non è servito per passare alla storia, quella vera.

NICOLA COSENTINO

Cristian ha detto...

Un commento della Detassis no?

Frank MacGuffin ha detto...

@ Nicola Cosentino
Non credo che “l'Academy si allontana dai ragazzi e dallo scopo di promuovere i film con un pubblico più circoscritto”. A me sembra indecisa. Quest'anno non ha premiato un film su tutti, ma ha accontentato un po' tutti, come l'anno scorso. Poi c'è da notare che un anno fa il film vincitore era indipendente (The Hurt Locker), l'anno prima un classico (The Millionaire) e l'anno precedente ancora un film tangenziale (Non è un paese per vecchi). Insomma, mi sembrano piuttosto confusi da diversi anni.

Anonimo ha detto...

il 1° marzo è scoccato, ma dell'indice 2010 di ciak nessuna traccia.

che si tratti di un pesce d'aprile anticipato?

carlo

Anonimo ha detto...

Come già detto nel post sotto alla stessa domanda: l'indice sarà disponibile il 10 marzo, c'è stato un ritardo, e comunque c'è scritto sul numero in edicola attualmente.
Il 10 sarà disponibile. Ci scusiamo per il ritardo.
La redazione

Siboney2046 ha detto...

Ero convinta che Inception non sarebbe stato premiato come miglior film, non so perché, ma me lo sentivo. La cosa che mi ha deluso di più è che sia stato quasi "dimenticato" dall'Academy. Possibile che una storia, una regia, sceneggiatura, una pellicola, un capolavoro possa essere così trascurato? Altro aspetto che mi ha amareggiato è che ancora una volta Leonardo Di Caprio sia stato ignorato come miglior attore, eppure è dai tempi di The Departed che dimostra la sua vera stoffa, che sia ancora oscurato dall'ombra di Titanic? Mah, non sono stata convinta da questa premiazion...