domenica 31 gennaio 2010

ITALIANI DA COPERTINA


Le vostre prime reazioni alla doppia copertina di Ciak di febbraio mi suggeriscono di sottoporvi una domanda per me molto importante, un dilemma che mi tormenta quasi ogni mese da quando sono direttore. E cioé: il cinema italiano è gradito in copertina? E se sì, quale? E soprattutto, una copertina a tema italiano vi può far decidere di NON comperare il giornale? E se sì, perché? Mi piacerebbe davvero leggere le vostre opinioni.

sabato 30 gennaio 2010

CIAK DI FEBBRAIO: DA NOLAN A BURTON



Tim Burton racconta in anteprima la sua Alice e ammette che non è affatto un fan del libro di Lewis Carroll, Benicio Del Toro confida la sua insana passione per l'horror e per Lon Chaney, Morgan Freeman spiega la sua ammirazione sconfinata verso l'amico Eastwood in Invictus, Giovanni Veronesi rivela il suo nuovo Genitori e figli, Gabriele Muccino il ritorno con gli amici de L'ultimo bacio e, ancora, le nuove pellicole di Silvio Soldini, l'anti Harry Potter Percy Jackson e, dulcis in fondo, quattro pagine di anteprima assoluta sul nuovo film di Christopher Nolan che, dopo gli incassi de Il cavaliere oscuro ha chiamato DiCaprio e ha girato Inception. Noi di Ciak siamo andati sul set in anteprima assolta per incontrare il regista. Tutto questo e molto altro nel numero di febbraio di Ciak...

giovedì 21 gennaio 2010

L'ALTRO SGUARDO: AVATAR


Oltre alla mia recensione, che in parte trovate nei commenti e il resto trovate su Ciak di febbraio, uscito proprio oggi 29 gennaio in edicola (vedi doppia copertina a fianco), continuo la riflessione su Avatar, questa volta con la recensione di un collaboratore di Ciak:

«Sarei potuto uscire dalla sala dopo trenta minuti: affascinato, ma con un po’ di scetticismo ancora addosso, sarei tornato alla mia piatta vita di sempre. Invece sono rimasto fino alla fine e ora l'esistenza mi sembra solo una copia sbiadita del cinema. Come farò ora a tornare ai vecchi film in due dimensioni, ai personaggi digitali senz’anima, alla tecnologia di ieri, alla mia Playstation, al mio misero schermo HD da 42 pollici? Il cinescenziato Cameron aveva ragione: quello su Pandora è un viaggio da cui non si può non uscire scossi. Come Jake Sully, lo spettatore una volta risvegliatosi dal sogno, vuole subito immergersi in quella scatola (il lettino hi-tech o la sala), per ritornare a vivere nel mondo virtuale più reale mai sperimentato. Ad occhi chiusi eppure finalmente aperti: eyes wide shut per dirla come Stanley Kubrick. Quello di James Cameron è infatti, sotto ogni aspetto, cinema-sogno all’ennesima potenza: la sua storia dell’ex marine in missione su un pianeta alieno colonizzato dagli umani, che finisce per rimanere assorbito da un’altra civiltà reinventa, come farebbe Tarantino, l’esistente: Balla coi lupi, Pocahontas, Un uomo chiamato cavallo, Delgo, Battle for Terra. E metteteci dentro se volete anche Aida degli alberi e, come qualcuno ha detto scherzando, i Puffi: un film citazionista e postmoderno non può che essere a sua volta oggetto di parodia (ricordate Matrix?). È un cinema potente perché sotto le spoglie di blockbuster che non sfugge a nessuno dei cliché hollywoodiani, compreso il duello finale “a mani nude”, parla dell’oggi: lo scontro di civiltà, il messaggio ambientalista, l’ingegneria genetica, la guerra preventiva, ma anche la realtà aumentata (gli schermi che appaiono ovunque sull’astronave, ma in sala, anche quella sperimentata attraverso gli occhialini 3D), lo sdoppiamento psicologico che viviamo con i nostri avatar sul web, nei videogame, nei mondi online. Un cinema ipertecnologico, che mette in guardia dai pericoli di una tecnologia disumana e disumanizzante. Non è certo questo l’utilizzo che ne fa Cameron: il regista anzi ci regala il primo film 3D veramente immersivo della storia, permettendoci di visitare Pandora insieme al suo protagonista, di farci acquattare tra una flora rigogliosa e una fauna spaventosa, come fossimo lì anche noi, col nostro corpo virtuale. E realizza personaggi creati al computer che trasudano umanità e sensualità, come accade soprattutto per Neytiri, un’altra delle donne forti di Cameron, cui Zoe Saldana regala un’espressività ricca di calore. Altro che cinema disumano, come qualche regista nostrano ha sentenziato: è invece cinema sovrumano, davanti e dietro le quinte. Da oggi in poi gli attori potranno essere, in maniera convincente e commovente, tutto quanto desiderano: vecchi, bambini, alieni, eroi dei fumetti, animali, giganti o nani. Si apre l’era delle star di Hollywood defunte (e perché no, dei veri personaggi storici) che saranno resuscitate, come avatar, e dei loro colleghi che le abiteranno per farle rivivere sullo schermo. Queste sono le ultime parole che scriverò: devo tornare al più preso su Pandora, alla quintessenza del cinema inteso come esperienza sensoriale. Tutto ora è possibile per la Settima arte e Cameron ce l’ha detto, nel modo più spettacolare, emozionante, magari anche presuntuoso possibile. Il cinema aveva perso le gambe, come Jake, e ora è tornato a correre».

Marco Consoli, Ciak

lunedì 18 gennaio 2010

GOLDEN GLOBE 2010: UN COMMENTO










Ha vinto Avatar, ulteriore riconoscimento a un film destinato a passare alla storia, ma ha vinto anche la magnifica Meryl Streep di Julie & Julia e il bellissimo script di Jason Reitman di Tra le nuvole. E non solo. Robert Downey Jr conferma che la sua ascesa è davvero senza fine vincendo come miglior attore per Sherlock Holmes e il premio come attrice non protagonista a Mo’Nique ci ricorda che Precious è un film che deve essere assolutamente distribuito anche in Italia. Ma tra i molti premi con cui ci troviamo d’accordo noi di Ciak, su tutti il riconoscimento a Cristoph Waltz per Bastardi senza gloria, che proprio voi lettori avevate già premiato su Ciak, e all’enorme Mad Men, per la terza volta consecutiva miglior serie tv, lasciatemi gioire per un grande attore come Jeff Bridges (finalmente) premiato per il dolente cowboy country di Crazy Heart. Arriverà anche agli Oscar? Speriamo davvero, perché se lo merita.

domenica 17 gennaio 2010

L'UOMO CHE VERRA': INCONTRO A ROMA




Se siete di Roma e dintorni e domani sera siete liberi, all'Auditorium Parco della Musica ci sarà in anteprima la presentazione de L'uomo che verrà, il film di Giorgio Diritti che ha vinto l'ultimo Festival di Roma e che uscirà nelle sale il prossimo 22 gennaio. Dopo la proiezione ci sarà l'incontro con il regista curato dalla sottoscritta assieme a Fabio Ferzetti. Durante l'incontro verranno presentati materiali inediti del film che rievoca gli eccidi compiuti dalle truppe naziste in Italia tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944. Vi aspetto.

giovedì 14 gennaio 2010

MARK, ZABRISKIE POINT E LA FINE


Il 29 agosto 1973, assieme ad altri due compari della comune di cui faceva parte, Mark Frechette tentò una rapina alla filiale della New England Merchant's Bank di Fort Hill, vicino Boston. Uno dei suoi soci venne ucciso e Frechette venne arrestato e spedito nel carcere di Norfolk. Sarebbe morto due anni dopo, il 27 settembre 1975, a seguito di uno strano incidente nella palestra della prigione: mentre faceva sollevamento pesi, gli cadde addosso una sbarra di ottanta chili. Aveva 28 anni ed era stato scoperto per strada da un’assistente di Michelangelo Antonioni. Sarebbe diventato, selvaggio e bellissimo come la sua compagna Daria Halprin, l’icona di Zabriskie Point, film culto che trovate in edicola per la prima volta assoluta in Dvd con Ciak a 9, 90 euro, un viaggio psichedelico e geniale nell’America della contestazione studentesca, la ricerca dell’esperienza nel punto più basso della Death Valley, la Valle della Morte, tra California e Nevada. Tra Pink Floyd e Jerry Garcia, visioni, allucinazioni, sogni, incubi, strade che non ritornano e un futuro che sembrava eterno e invece, nel caso di Frechette, non è mai arrivato. Zabriskie Point è il primo di una serie di film introvabili che arrivano in edicola con Ciak. Ne avete già segnalati alcuni, da 10 cose che odio di te a Fearless, aspetto altre segnalazioni: qual è il film in Dvd che state cercando da anni e proprio non riuscite a trovare?

lunedì 11 gennaio 2010

ADIEU ERIC ROHMER


La collezionista, Il ginocchio di Claire (foto a fianco), La marchesa Von..., La mia notte con Maud, Il raggio verde. Con Eric Rohmer sono cresciuta, con Rohmer ho imparato la geometria dei sentimenti e gli inganni dello sguardo. La purezza, ecco cos'era il suo cinema di parola e di equivoco, di magia quotidiana e di architettura astrale. Il senso del dettaglio, il feticismo del particolare, il silenzio degli effetti e l'intelligenza degli affetti. Un diamante purissimo che non scordava mai la trasparenza del cinema insegnataci da André Bazin. Ricordatelo rivedendo (o scoprendo) I sei racconti morali. C'è poco altro cinema da scoprire dopo aver visto La collezionista e La mia notte con Maud. Adieu Eric.

sabato 9 gennaio 2010

IL 2010, L'AUMENTO E ALTRE COSE


Cari tutti, arrabbiati o benevoli,
rispondo solo ora per una questione di tempi, nessuna altra oscura ragione. Capisco le proteste e le lamentele per l'aumento di prezzo di Ciak, ma in una scena editoriale completamente in crisi dove perfino i quotidiani arrivano ad aumentare di venti centesimi il prezzo arrivando a 1 euro e 20, era ovvio che anche Ciak, prima o poi, dovesse adeguarsi. Nell'ultimo anno siamo stati costretti a farlo
, in due tappe successive. Ma l'ultimo anno è stato quello più feroce dal punto di vista del mercato. Altrove purtroppo è successo anche di peggio: per limitarci ai giornali di cinema negli Stati Uniti il glorioso Premiere ha chiuso due anni fa, mentre in Francia riviste come Studio e CinèLive sono state costrette ad unificare marchio e redazioni per sopravvivere e i mitici Cahiers du Cinèma hanno attraversato innumerevoli tempeste, con emorragia di lettori e vendita finale della testata. Aggiungete che gli italiani leggono molto meno, soprattutto di entertainment, e il quadro è completo.
Detto questo, Ciak rimane l’unico mensile di cinema in Italia a fare davvero gi
ornalismo di informazione, presentando ogni mese interviste, visite sui set e inchieste esclusive, anteprime mondiali, fotografie inedite o autoprodotte, partecipazione attiva dei protagonisti del nostro cinema al lavoro di redazione, un cast di firme importanti a partire da Paolo Mereghetti e Stefano Disegni. Tutto questo costa, e se non si vuole limitarsi al mero catalogo dei film in uscita, costa anche di più. Se ci limitassimo a copiare dal web o dai giornali stranieri sarebbe tutto più semplice, ma non ci rassegnamo ad essere quel tipo di giornale e i nostri lettori affezionati lo sanno. Per questo ci danno (mi danno) fiducia: sanno che credo ancora nella forza del singolo giornalista, taccuino o I-Pod in mano, nell'incontro vero e non inventato o scopiazzato qui e là con i protagonisti. Per questa passione, e perché solo così so fare questo mestiere, vi garantisco che nei prossimi mesi l'impegno della redazione e dei collaboratori di Ciak aumenterà ancor di più. Credo che il numero di gennaio testimoni già di questa volontà e non solo per le 132 pagine (come sapete dipendono dalla pubblicità e abbiamo fatto un grande sforzo per recuperare livelli accettabili di advertising proprio nel momento peggiore della crisi degli investimenti): siamo andati in Nuova Zelanda a parlare con Peter Jackson e a incontrare gli italiani della Weta, a Los Angeles e a New York per Tobey Maguire, Jake Gyllenhaal, Robert Pattinson, i protagonsiti di Nine e molte delle nuove protagoniste del cinema, infine in Marocco per un nuovo film italiano. Nello stesso numero, con minuzioso lavoro, vi raccontiamo i 100 film di cui bisogna sapere tutto nei prossimi sei mesi, blockbuster come Avatar e grandi film d'autore come L'uomo che verrà, analizzando attraverso il tradizionale sondaggio che vi vede coinvolti il meglio e il peggio del 2009. A febbraio aspettatevi una nuova sorpresa, mentre fin d'ora vi annuncio che con il 2010 cambia un po’ anche la nostra politica editoriale sui dvd: ci saranno solo superanteprime, film per la prima volta su disco, film capolavoro passati inosservati in sala (tra i primi Lebanon, Leone d'oro a Venezia e, già a febbraio, il cult District 9). Nonostante critiche e complimenti, ma soprattutto grazie alle critiche, siete il nostro pubblico ed è solo per voi che lavoriamo: un numeroso esercito di amici con cui ci ostiniamo a condividere un infinito amore per il cinema. E talvolta, purtroppo, un aumento di prezzo che infastidisce noi per primi.
P.S: molti mi rimproverano di non aver comunicato l'aumento. La verità è
che io stessa ho saputo dell'aumento all'ultimo istante prima di andare in stampa, quando il giornale era già in tipografia e non più modificabile.

venerdì 1 gennaio 2010

CIAK 2010: BENVENUTI NEL FUTURO




Con le nostre copertine vi abbiamo raccontato le icone del primo decennio degli Anni Zero, da Harry Potter alla trilogia de il Signore degli Anelli, tra Jack Sparrow e Moulin Rouge, e ora che siamo nel 2010 e ci apprestiamo davvero a entrare nel futuro, vi abbiamo voluto regalare qualcosa di completamente diverso, qualcosa che non avevamo mai osato pensare prima.
Con questo primo numero del 2010 Ciak abbraccia infatti una nuova frontiera dell'informazione: il Qr, tecnologia simboleggiata dal quadrato in copertina su Robert Downey Jr in Iron Man 2 che vi permetterà di interagire con le nostre pagine grazie al vostro cellulare. Il Qr è il mezzo che abbiamo scelto per condurvi nel futuro, per oltrepassare i limiti della carta, per immaginare una nuova rivista che proprio nel momento in cui si appresta a compiere venticinque anni (Ciak è nato nel maggio del 1985) supera tutto quello che ha fatto in precedenza per tentare di annusare il futuro. Grazie ai codici Qr potrete vedere immagini di alcuni dei 100 film che vi raccontiamo nel nuovo Ciak, da Amabili resti a Robin Hood, da Tra le nuvole a Iron Man 2. Una nuova sfida, un modo unico per mescolare il nostro glorioso passato a una nuova idea di futuro. Il risultato è il nuovo numero di Ciak: ovvero il nostro bellissimo presente.