martedì 28 aprile 2009

NEW MOON: IL CASTING


A Montepulciano oggi si stanno svolgendo i primi casting per New Moon che verrà girato poi alla fine di maggio. Andrea Morandi di Ciak è lì, adesso, in fila. Ecco il suo resoconto, aggiornato a pochi minuti fa:

In questi minuti la fila sta scorrendo, arrivano le ultime persone alla Fortezza, prendono il biglietto e aspettano. Siamo al numero 1020. Ha smesso anche di piovere. Ragazze, studenti, famiglie, da Bologna o dalla Calabria: per un giorno Montepulciano è invasa dal popolo pacifico e divertito dei twilighters, ma tra loro ci sono anche persone non necessariamente fanatiche della saga della Meyer, ma solo vogliose di partecipare all'evento. La curiosità è tanta. Questa mattina alle 7 e 30 già decine di ragazzi erano davanti al portone dei casting, la nebbia avvolgeva ancora le strade mute di Montepulciano e sembrava già di essere in un film. "Mi sono svegliata alle 3 per essere qui" ci racconta Anna di Bologna. La febbre da New Moon quindi ufficialmente comincia qui, con gli abitanti che guardano incuriositi e contenti il popolo della Meyer che sciama per Piazza Grande, consumando panini e bibite sulle scale davanti alla Chiesa. Volterra è stata sconfitta e Montepulciano si appresta a raccogliere l'indotto (enorme) che ne deriverà. "Non so perché abbiano scelto noi - dice un edicolante nel suo accento toscano - ma male non ci fa, si aspettano tanti altri turisti". Adesso le ultime ad arrivare sono le ragazze più piccole, quelle che stamattina hanno dovuto essere sui banchi di scuola. "E meno male che mia madre m'ha lasciato venire" sospira Giovanna di Pisa. La curiosità però non è per vedere Pattinson da vicino o la Stewart, ma soprattutto per partecipare a un evento, segno che il fascino del cinema è ancora intatto, anzi, è in aumento. Ci sono anche madri con i bambini, nella speranza di finire nella scena conclusiva di New Moon, ovvero la festa di San Marco. "Siamo qui per provare, tanto male che vada abbiamo qualcosa da raccontare". Dopo la fila fatta fuori dal portone della Fortezza, si entra all'interno con fotocopia della carta d'identità e codice fiscale, si segna il CAP sul foglio e si viene portati in una stanza dove due persone ti consegnano un cartello con un numero e fanno una fotografia. Poi si firma un foglio per la privacy e si viene accompagnati all'uscita. "Beh, m'aspettavo fosse un po' più lungo - dice Francesca di Roma - è praticamente una registrazione, non ti fanno fare nulla. Ti chiedono la taglia per eventuali costumi e basta". All'uscita si forma un capannello di ragazze che si scambiano opinioni e biglietti con i numeri di telefono. In questo momento entrano le ultime persone poi si chiudono i portoni e domattina alle 9 e 30 si riapre. "Male che vada - dice Francesca di Arezzo - s'è conosciuto un monte di citte (ragazze) divertenti, è stata una bella giornata". Per sognare adesso c'è ancora un mese di tempo. Aspettando Pattinson in Piazza Grande.

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lunedì 27 aprile 2009

ANGELI E DEMONI: IL RITORNO


Un Papa morto, quattro cardinali rapiti, una bomba nel cuore del Vaticano. Ciak di maggio arriva domani in edicola con in esclusiva le immagini digitali con cui Ron Howard ha ricreato San Pietro nel sequel tratto dal libro di Dan Brown, che arriva a tre anni da Il Codice da Vinci, blockbuster da 758 milioni di dollari d'incasso nel 2006. Ritroviamo così ancora Tom Hanks nei panni di Robert Langdon, affiancato da Ayelet Zurer, Ewan McGregor e dal nostro Pierfrancesco Favino. Con le polemiche seguite al precedente film, la Santa Sede però aveva posto il veto alla produzione sule riprese nei luoghi sacri e così, se per gli interni del Vaticano è stata usata la Reggia di Caserta, per le scene chiave ambientate a San Pietro ci hanno pensato i maghi della londinese Double Negative. Come? Su Ciak trovate immagini incriminate e segreti. E voi cosa ne pensate della saga di Dan Brown? Appassionati, tiepidi fan o detrattori?

domenica 26 aprile 2009

Il premio: MERYL STREEP


La notizia l’abbiamo data qualche giorno fa: alla quarta edizione del Festival internazionale del film di Roma, dal 15 al 23 ottobre prossimo, il Marc'Aurelio d'oro alla carriera andrà, dopo Al Pacino che abbiamo premiato l’anno scorso, a Meryl Streep. Non ricordo un film in cui non mi sia piaciuta Meryl, e poterla avere a Roma è un grande sogno che si realizza. Pensavamo fosse difficile, forse impossibile e invece ha detto sì in poche ore e senza richieste da star. Fantastica. E allora giochiamo con la lista dei suoi film migliori, o di quelli che semplicemente piacciono a noi. Io direi Kramer contro Kramer, I ponti di Madison County, La scelta di Sophie, Silkwood, La mia Africa ma anche The Hours (nella foto), Il diavolo veste Prada e Mamma mia!. Questi ultimi tre non sono film che metterei in cima ai miei piaceri forti, ma lei... lei è sublime. Adesso tocca a voi, scrivetemi il film (o i film) in cui avete amato di più la grande Meryl.

sabato 25 aprile 2009

News: IL CASTING DI NEW MOON


Ad alcuni di voi magari non interesserà, ma per molti altri è la notizia dell’anno e Piaceri Forti ve la dà: New Moon, il seguito di Twilight, sarà a Montepulciano, in provincia di Siena, dal 25 al 29 maggio dove si svolgeranno le riprese della parte finale del film tratto dal secondo libro di Stephenie Meyer, con la sfida tra i Volturi e il vampiro Edward. Nella location toscana caleranno ovviamente i neo divi Robert Pattinson, Kristen Stewart e la new entry Dakota Fanning. Su Ciak di maggio, in edicola da martedì, trovate le indicazioni per partecipare ai casting pubblici del film che inizieranno martedì prossimo, 28 aprile, alla Fortezza di Montepulciano. I primi due giorni (28 e 29) casting riservato a donne e bambini dalle 9 e 30 in poi. La parte maschile sarà effettuata più avanti, la prima settimana di maggio. Piaccia o meno la saga della Meyer è comunque una possibilità concreta di prendere parte a uno dei film evento del 2009. Si prevede ressa. Che ne pensate?

giovedì 23 aprile 2009

Esclusiva: VON TRIER, SCANDALO A CANNES


Ritorna Lars Von Trier e Ciak rivela in esclusiva e in anteprima nel prossimo numero, in edicola da martedì 28 aprile, il suo nuovo film, Antichrist, con sei lunghissimi minuti di sesso esplicito: lei è Charlotte Gainsbourg, lui è Willem Dafoe (foto sopra). Mentre i due sono coinvolti in un rapporto, il loro figlioletto muore cadendo da una finestra di casa. Sesso e dramma, inizio shock del nuovo, atteso film del regista danese che susciterà scandalo al prossimo Festival del Cinema di Cannes e che Ciak racconta in anteprima. Mescolando l’horror all’erotismo, il senso di colpa all’immaginario religioso, Von Trier ritorna a due anni da Il Grande Capo e realizza con Antichrist forse il suo film più provocatorio e destabilizzante: ancora più estremo di Idioti. Girato in Germania all’interno di un set blindato, Antichrist si rivela un’autentica via crucis di sesso e orrore che lascerà il pubblico senza fiato, anche per la recitazione assai realistica degli attori. Ridondante di immagini bellissime e di effetti speciali visivi, il film di Von Trier è un viaggio nella follia della mente, dove tutto può succedere, soprattutto se alla fine i protagonisti scoprono che l’Anticristo è già tra noi. Il regista danese è così destinato ancora una volta a dividere: dopo film come Le onde del destino, Dogville, Manderlay o Dancer In The Dark il dibattito è servito. E voi cosa ne pensate? Genio, folle visionario, provocatore, sopravvalutato, inarrivabile? Aspetto commenti.

Inchiesta: LA SCOMMESSA DEL 3D


Sul numero di Ciak di aprile che trovate ancora in edicola ci siamo interrogati sul futuro del cinema e più precisamente sull'avvento del 3D: riuscirà davvero a salvare il cinema? Da Mostri contro Alieni a Bolt, da L'Era Glaciale 3 a Viaggio al centro della Terra le case di produzione americane sembrano puntare sempre più su pellicole stereoscopiche, tra tridimensionalità e occhialini, per rilanciare un mercato in crisi e superare questo momento difficile. Jeffrey Katzenberg, boss della DreamWorks, sostiene che il 3D non è affatto una moda passeggera (anzi) e che la crisi non ha intaccato affatto la voglia della gente ad andare al cinema. L'unico problema sarebbe l'adeguamento (costoso) delle sale cinematografiche alle nuove tecnologie. Cosa ne pensate? E soprattutto, quali sono le vostre esperienze in merito di 3D?

venerdì 17 aprile 2009

La recensione: CHE - L'ARGENTINO


L’immagine-poster arriva subito, nei primi minuti di Che - L’argentino, parte prima del dittico dedicato al comandante Ernesto Guevara de la Serna. La fotografia vira al bianco e nero, indugia sul sigaro torturato tra le dita, lo spicchio di basco e il basettone, quanto basta per ricordare la leggendaria foto del rivoluzionario più rockstar della storia. Per il resto Steven Soderbergh, regista inafferrabile che cambia genere e stile ad ogni film, non coccola affatto il mito, anzi gioca in contropelo. Il Che è interpretato con somiglianza impressionante da Benicio Del Toro (anche coproduttore) in questo primo volet che racconta l’avanzata dell’esercito di Fidel verso l’Havana (il secondo capitolo, in uscita a maggio, si intitola Che – La guerriglia).
Dettagliato, quasi catastale, il film segue passo passo il quotidiano dei guerriglieri (con rari salti narrativi: Guevara prima dell’avventura con Fidel, il Comandante all’Onu). Il giovane medico detto Che avanza tra le insidie della Sierra senza aureola, devastato dagli attacchi d’asma, spietato e retorico quanto basta, fotografato per dettagli, quasi di sfuggita, mai frontale in tutta la sua gloria. Sarebbe un ottimo punto di vista se il racconto si reggesse su un’idea forte narrativa: nella sua tigna antieroica, invece, Soderbergh elude insieme il Mito e la Storia e la temperatura resta tiepida.

domenica 12 aprile 2009

La recensione: TEZA

L'utopia rivoluzionaria e la desolante illusione, la disperazione dell'esule che non riconosce la Patria e si ritrova sperduto, travolto dalla Storia che non ha saputo cambiare. Teza di Hailè Gerima, doppio premio alla scorsa Mostra del Cinema, è un film saga, amaro e lirico, violento e sentimentale, ambientato in un'Etiopia disidratata dalla povertà, all'ombra del monte Mussolini, ricordo della nostra colonizzazione.
Il protagonista Anberber (Mengistu Zelalem) ci racconta in un fitto intreccio di flashback il suo calvario, lo stesso di un'intera generazione di intellettuali etiopi formatisi all'estero. Dopo gli studi di medicina in Germania, Anberber ritorna in Etiopia nel 1974 per vivere la rivoluzione marxista di Mengistu, dopo la deposizione di Hailè Selassiè, ma scopre ben presto che il regime è degenerato in un fascismo autoritario. Costretto all'autocritica, viene spedito per rieducarsi in Germania Est dove, alla caduta del muro, viene brutalmente mutilato in seguito a un assalto di naziskin. Tornato al villaggio si aggirerà come un fantasma tra le brutalità della guerra civile, soffrendo l'inerzia dell'intellettuale come colpa originaria. 
Un film che non solo ha il pregio dello stile netto, brutale, ma anche quello, raro, di raccontarci una storia ignota, aprendo una finestra sul'altro mondo. Con un'attenzione speciale al destino feroce dei bambini soldato e delle donne, riassunti senza sconti nella sconvolgente scena dell'infanticidio.

domenica 5 aprile 2009

La recensione: GRAN TORINO


La Ford Gran Torino in giardino è un moloch silente, proprio come il suo vecchio proprietario, Walt Kowalski inchiodato alla sedia sul patio, ringhioso e solo.
Ha le rughe fitte di Clint Eastwood, ruggisce quando i figli gli propongono il trasloco alla residenza per anziani, è un nonno incazzato senza cedimenti sentimentali. Veterano del Vietnam, conservatore e razzista, detesta i rumorosi vicini coreani, almeno fino a quando qualcuno non li minaccia vigliaccamente. A quel punto Clint rispolvera l’ispettore Callaghan, che però ormai non ce la fa più, usa minaccioso (splendida autoironia) il dito puntato anzichè la Magnum e monda tutti i peccati del mondo con un gesto esemplare, inaudito, sacrificale. Stilisticamente crudele e insieme classico, essenziale, il film è un pugno veloce nello stomaco, un capolavoro che non si nasconde dietro il dito dei buoni propositi, ma guarda in faccia la realtà senza ingombri ideologici.
Nessuna nomination agli scorsi Oscar per Clint, l’Academy preferisce la storia dell’anziano Benjamin che ridiventa bimbo a quella, intollerabile, di un vecchio antipatico che non trova nulla di fiabesco nell’avanzare dell’età.