domenica 5 aprile 2009

La recensione: GRAN TORINO


La Ford Gran Torino in giardino è un moloch silente, proprio come il suo vecchio proprietario, Walt Kowalski inchiodato alla sedia sul patio, ringhioso e solo.
Ha le rughe fitte di Clint Eastwood, ruggisce quando i figli gli propongono il trasloco alla residenza per anziani, è un nonno incazzato senza cedimenti sentimentali. Veterano del Vietnam, conservatore e razzista, detesta i rumorosi vicini coreani, almeno fino a quando qualcuno non li minaccia vigliaccamente. A quel punto Clint rispolvera l’ispettore Callaghan, che però ormai non ce la fa più, usa minaccioso (splendida autoironia) il dito puntato anzichè la Magnum e monda tutti i peccati del mondo con un gesto esemplare, inaudito, sacrificale. Stilisticamente crudele e insieme classico, essenziale, il film è un pugno veloce nello stomaco, un capolavoro che non si nasconde dietro il dito dei buoni propositi, ma guarda in faccia la realtà senza ingombri ideologici.
Nessuna nomination agli scorsi Oscar per Clint, l’Academy preferisce la storia dell’anziano Benjamin che ridiventa bimbo a quella, intollerabile, di un vecchio antipatico che non trova nulla di fiabesco nell’avanzare dell’età.

25 commenti:

Anonimo ha detto...

Capolavoro assoluto. Nessun dubbio.
Rocco

Anonimo ha detto...

Eastwood è incredibile, mi ha fatto ripensare a Gli Spietati che mi sono andato a rivedere ieri sera...magnifico...ma quanta disillusione, terribile, senza nessuna speranza...
UA

Anonimo ha detto...

eastwood è sopravvalutato,questo è un buon film ma non da nomina all'oscar,changeling è un film mediocre

@L ha detto...

eastwood....un mito

Anonimo ha detto...

Gli spietati, Un mondo perfetto, I ponti di Madison County, Mystic River, Million Dollar Baby, Gran Torino...se è sopravvalutato Eastwood meglio chiudere i cinema e guardare le fiction in tv
Teri

Sara ha detto...

certo che se non è un capolavoro questo film,cosa oggi allora può essere definito "capolavoro"? tutte quelle grandissimi schifezze super distribuite,super pubblicizzate e a volte anche super premiate?? sinceramente penso che anche un film come questo avrebbe potuto incarnare quest'aria di cambiamento dell'era Obama, che tanto ha trovato il suo simbolo in "the Millionaire"...quindi non riesco veramente a trovarla una buona motivazione (artistica,ideologica,tecnica,lingiustica)
che spieghi il perchè di un mancato riconoscimento per Eastwood sia attore che regista...

Daddun ha detto...

Che grande film! Da brividi. Ciao, Ale

Anonimo ha detto...

Ma la canzone che chiude il film? Fantastica...e è lo stesso Clint che canta sospirando...poesia urbana
Kelli

pilloledicinema ha detto...

Mi è sembrato un film stupendo, sicuramente uno dei migliori di questa stagione, ma in fin dei conti è normale che i parrucconi abbiano premiato "The millionaire".

Anonimo ha detto...

Grande Eastwood anche se non capisco perché tutti ce l'hanno con The Millionaire...Parliamone? Cosa vi ha fatto di male Danny Boyle? Il suo film sarà anche ingenuo ma funziona, e bene anche..
Mario

Sara ha detto...

Non credo che ce l'abbiano con "The Millionaire", personalmente credo che penso che questo sia un pò il sentimento generale...soprattutto quando poi non viene premiato un film come questo xkè giudicato tematicamente troppo scomado.

Sara ha detto...

Non credo che ce l'abbiano con "The Millionaire", personalmente credo che abbia avuto un pò troppe statuette e penso che questo sia un pò il sentimento generale...soprattutto quando poi non viene premiato un film come questo xkè giudicato tematicamente troppo scomado.

Anonimo ha detto...

film fantastico... un grande clint che trova la massima espressione quando dice "Ever notice how you come across somebody once in a while you shouldn't have fucked with? That's me.."

Andrea

pasquii ha detto...

viva la fiaba di benjamin button ma la realtà di Eastwood è su un altro pianeta!! Grande Clint..

Anonimo ha detto...

Incredibile Clint, verissimo, il problema è che nessuno sa raccontare la società come lui e dopo di lui non vedo nessuno in grado di farlo. Direttore, potrebbe essere lui l'ultimo della Hollywood che amavamo? Quella capace di descrivere il reale meglio dei giornali?
Benedetta

http://cinemamania.altervista.org ha detto...

E pensare che il vecchio Clint ai tempi di Sergio Leone era criticato per la non-espressività. Qui è bravissimo perché con pochi ringhiosi movimenti della bocca e sguardi incrociati con la coetanea vicina cinese, ti esprime tutto l'esprimibile.

rosa tigre82 ha detto...

Walt Kowalski è un veterano della guerra di Corea che continua a nutrire sentimenti razzisti nei confronti del popolo coreano. La sua unica passione è la sua auto, una Gran Torino del 1972. Dovrà imparare a convivere con i suoi sentimenti e con i coreani dal momento che il suo quartiere è abitato da molti emigrati. Clint Eastwood si dirige per l'ultima volta e lo fa con un grandissimo film. a 78 anni è ancora un ottimo attore, regista e musicista e il fatto che la sua vecchiaia l'abbia mostrata per intero e in maniera intima è stato ciò che più colpisce del film, secondo me. la storia può sembrare semplice e banale, ma nasconde in sè tante di quelle sfumature che rendono la pellicola speciale e a tratti originale. razzismo, violenza, pietà, senso di colpa, paura, amore, vendetta e fede tutti elementi presenti nel film e sottolineati senza luoghi comuni. eastwood è stanco e si vede, ma crea dei piccoli capolavori emozionati e commoventi che solo uno come lui può fare. finale shock che porta alle lacrime, bellissimo. scritto con maestria da nick scenk: grazie a una sceneggiatura a tratti dura e triste e a tratti spassosa e divertente fa passare in seocndo piano l'unico difetto del film e cioè la lentezza, causata dalla mancanza di musica. peccato, perchè la musica avrebbe reso questa pellicola un gioiellino niente male.

Anonimo ha detto...

Aspettavo impaziente la recensione di questo film per poter confrontarmi con i frequentatori di questo blog e con Lei direttora. Personalmente ho trovato questo film molto bello nella prima parte: cattivo, ironico e cinico quanto basta. Poi è come se tutto si fosse sciolto e ho avuto l'imopressione che d'un tratto tutto prendesse una piega sin troppo buonista.
Ciò non toglie che questo sia da considerare un buon film ma nulla più, a mio modesto parere molto inferiore ad altri classici citati sopra e di sicuro non un capolavoro. Anche se non ho visto Changeling, penso che di registi che si possano permettere e che riescano a fare 2 film così importanti nello stesso anno non ce ne siano molti in giro.... Lunga vita a Clint e alla sua arte!
Ale

Sara ha detto...

a proposito di mancate nomination....direttrice che ne dice della performance di Benicio del Toro, premiata a Cannes e snobbata agli oscar? Ho visto ieri il film e lui è orribilmente bravo!!!

jack torrance ha detto...

Grande Clint..proprio un gran film e sono contento del successo inaspettato che sta avendo nelle nostre.
E' un segno di rinascita del nostro pubblico che non va a vedere solo le cavolate!!!

Gianfabio Pellino ha detto...

78 anni e non farseli pesare. Per quello che, a quanto riportano le cronache, potrebbe essere il passo d’addio al cinema come attore, Clint Eastwood sceglie un soggetto “come al solito” poco consigliabile a chi smania di affogare nel buio di una sala per accordare la libera uscita al cervello. Film da vedere con lo stato d‘animo sintonizzato sulla giusta frequenza, allora? Non proprio, dal momento che Gran Torino è, anche, opera parecchio divertente. Sì, proprio così: si ridacchia e non difetta la risata di gusto. E non potrebbe essere diversamente, dal momento che il magnifico Clint convoglia nello scostante e apertamente razzista (ma è difesa, solo e soltanto alla fine sgretolabile difesa) Walt Kowalski, uno che la guerra in Corea ha “onorato” di una medaglia che da tempo, o forse dal primo giorno, ha come unica valenza quella di accompagnare le sue notti e i suoi giorni tenuto per mano da fantasmi che un tempo avevano volto e carne del “nemico”, una eccitante sintesi dei personaggi incarnati nell’arco di cinquant’anni di luminosissima carriera, ispettore Callaghan in testa. Ed è cosa nota che Harry la carogna non si morde di certo la lingua.
Pellicola, come gran parte della filmografia eastwoodiana, implacabilmente destinata all’empireo dei classici, Gran Torino rifulge di una trascinante mezz’ora finale ritmata sulle
suggestioni di una (im)possibile riconquista di un altro ieri frequentato da muli suscettibili che sempre pensavano si ridesse di loro e da poliziotti che esortavano delinquentelli di mezza tacca a farli contenti e culminante in una “resa dei conti” di struggente lirismo.

Anonimo ha detto...

Un film che fa sorridere per due ore, ti fa piangere un quarto d'ora, ti fa riflettere per un'altra oretta buona...ed il giorno dopo devi irresistibilmente suggerire a tutti di guardarlo..
l'arte deve emozionare...
questa è arte...
Gli attori che non si fanno intrappolare dagli stereotipati
primi ruoli interpretati in carriera, (western/"callaghan")
sono quelli che diventano leggenda...Grande Clint.

Oliva ha detto...

Direttora,

ma... il protagonista non era un veterano della guerra di Corea?

Brady ha detto...

Mi sembra di ricordare che era un reduce dalla Corea.... non del Vitnam, a parte questo particolare film, soggetto, regia, interpretazione e musica Finale (Gran Torino), per palati più fini che non quelli dell'Academy Awards

Anonimo ha detto...

Ciao questo è un capolavoro di film.
Non certo come altri che non sto qui a nominare perchè non ne vale la pena,questo film non avendo preso nessun premio mi viene da pensare : perfortuna loro ne capiscono di film ..... e detto questo non aggiungo altro ...

la frase che dico sempre io in questi casi .. :

Great spirit have always encountered violent opposition from mediocre minds .