mercoledì 18 novembre 2009

La recensione: GLI ABBRACCI SPEZZATI




Si dice sia il destino dei grandi film: spiazzanti al primo sguardo (come questo dolente Gli abbracci spezzati, che con sin troppa freddezza nega il mito Almodovar) e però, alla fine, destinati a depositarsi nella memoria. Specie se giocano a fondo la carta del mistero e del dubbio, del doppio e delle seconde vite come in questo film che, certamente, s’ispira a Alfred Hitchcock e a La donna che visse due volte. Il regista Mateo Blanco (Lluis Homar) perde tutto per passione e gelosia e, rimasto cieco dopo la morte di Lena (Penelope Cruz), sua attrice e amante, assume l’identità di Harry Caine per scoprire, quattordici anni dopo, che il film girato con lei, Chicas y Maletas, è stato completamente rimontato e massacrato dal produttore. Alla fine sarà lui, non vedente, a ridare nuovo ordine e humour a quelle immagini che, paradosso, sono anche le sole a richiamare il glorioso cinema di Pedro e le sue donne in crisi di nervi. Domina il rispecchiamento tra autore e storia (Almodovar soffre di temporanee cecità) e tanti sono gli omaggi al cinema più amato, in particolare l’allusiva sequenza di Viaggio in Italia in cui gli amanti scrutano i due calchi di Pompei sorpresi dai lapilli in atteggiamento intimo. Amore, morte, sesso, cecità come scelta estrema di chi non VUOL più vedere ed estrema maledizione di chi non PUO’ più vedere. Il cinema fa male e le immagini, secondo questo Pedro crepuscolare, possono essere solo filmate mute e lette con il labiale o dissacrate da un produttore vendicativo all’insaputa del regista che gli ha sottratto l’amore. Il delitto, più che mai imperfetto, è tutto nello sguardo.

6 commenti:

Andromaca ha detto...

Mi è sembrato che il film sia stato per la maggior parte massacrato dalla critica ma io l'ho trovato molto molto bello.

Anonimo ha detto...

Anche a me è piaciuto molto, ho visto che su Ciak c'erano i suoi film preferiti...molto interessante
Gar

pilloledicinema ha detto...

A me invece non ha detto gran che. Certo è realizzato molto bene e con ottimi attori, ma per il resto mi è scivolato via senza lasciare troppe tracce. Pazienza

P.S. Sono abbonato e il numero che ho ricevuto è quello con Jacob in capertina, AAAARGH!

Anonimo ha detto...

a me è piaciuto molto... probabilmente è il film più "universale" di Almodovar, quello dove si percepisce
un pò di meno la sua ispanicità, ma questo di certo non lo sminuisce! Bellissimi i colori e
la fotografia in generale, le musiche e ottimi gli attori, soprattutto il protaginista e Penelope
Cruz...c'è qualcosa che questa donna fa male???
sinceramente non ci ho letto questo gran richiamo a "Vertigo" (vi prego non chiamiamolo con
il titolo italiano, non capisco perchè dobbiamo sempre cambiare i titoli dei film anche quando sono facili).
Certo è presente il tema del doppio, ma Hitchcock, secondo mio modestissimo parere, è evocato dall'atmosfera
di certe sequenze (tipo quella delle scale) e azzarderei in alcuni punti dalla musica.
Sara

Anonimo ha detto...

grazie per averci raccontato tutto il film, finale compreso.

Anonimo ha detto...

io le sue recensioni non le capisco...