domenica 12 aprile 2009

La recensione: TEZA

L'utopia rivoluzionaria e la desolante illusione, la disperazione dell'esule che non riconosce la Patria e si ritrova sperduto, travolto dalla Storia che non ha saputo cambiare. Teza di Hailè Gerima, doppio premio alla scorsa Mostra del Cinema, è un film saga, amaro e lirico, violento e sentimentale, ambientato in un'Etiopia disidratata dalla povertà, all'ombra del monte Mussolini, ricordo della nostra colonizzazione.
Il protagonista Anberber (Mengistu Zelalem) ci racconta in un fitto intreccio di flashback il suo calvario, lo stesso di un'intera generazione di intellettuali etiopi formatisi all'estero. Dopo gli studi di medicina in Germania, Anberber ritorna in Etiopia nel 1974 per vivere la rivoluzione marxista di Mengistu, dopo la deposizione di Hailè Selassiè, ma scopre ben presto che il regime è degenerato in un fascismo autoritario. Costretto all'autocritica, viene spedito per rieducarsi in Germania Est dove, alla caduta del muro, viene brutalmente mutilato in seguito a un assalto di naziskin. Tornato al villaggio si aggirerà come un fantasma tra le brutalità della guerra civile, soffrendo l'inerzia dell'intellettuale come colpa originaria. 
Un film che non solo ha il pregio dello stile netto, brutale, ma anche quello, raro, di raccontarci una storia ignota, aprendo una finestra sul'altro mondo. Con un'attenzione speciale al destino feroce dei bambini soldato e delle donne, riassunti senza sconti nella sconvolgente scena dell'infanticidio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Io dico che questi film vengono trascurati dalle distribuzioni..lo aspetto in DVD qui a Pesaro quando lo vedremo?
Saul

Sara ha detto...

Poco distribiuti, praticamente non pubblicizzati e molta gente a volte non si accorge nemmeno che escono....che vergogna...

pilloledicinema ha detto...

Questo film a Palermo non è neppure uscito in sala. Eppure in molti mi hanno detto che è molto bello.
Peccato perchè la magia del grande schermo non si può scambiare con la comodità di vederlo a casa.
Ciao