giovedì 23 aprile 2009

Esclusiva: VON TRIER, SCANDALO A CANNES


Ritorna Lars Von Trier e Ciak rivela in esclusiva e in anteprima nel prossimo numero, in edicola da martedì 28 aprile, il suo nuovo film, Antichrist, con sei lunghissimi minuti di sesso esplicito: lei è Charlotte Gainsbourg, lui è Willem Dafoe (foto sopra). Mentre i due sono coinvolti in un rapporto, il loro figlioletto muore cadendo da una finestra di casa. Sesso e dramma, inizio shock del nuovo, atteso film del regista danese che susciterà scandalo al prossimo Festival del Cinema di Cannes e che Ciak racconta in anteprima. Mescolando l’horror all’erotismo, il senso di colpa all’immaginario religioso, Von Trier ritorna a due anni da Il Grande Capo e realizza con Antichrist forse il suo film più provocatorio e destabilizzante: ancora più estremo di Idioti. Girato in Germania all’interno di un set blindato, Antichrist si rivela un’autentica via crucis di sesso e orrore che lascerà il pubblico senza fiato, anche per la recitazione assai realistica degli attori. Ridondante di immagini bellissime e di effetti speciali visivi, il film di Von Trier è un viaggio nella follia della mente, dove tutto può succedere, soprattutto se alla fine i protagonisti scoprono che l’Anticristo è già tra noi. Il regista danese è così destinato ancora una volta a dividere: dopo film come Le onde del destino, Dogville, Manderlay o Dancer In The Dark il dibattito è servito. E voi cosa ne pensate? Genio, folle visionario, provocatore, sopravvalutato, inarrivabile? Aspetto commenti.

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Von Trier è un grande del cinema, ma è malato, ha bisogno di un analista serio. Le one del destino? Un capolavoro. Dogville? Un capolavoro. Ma quando la questione diventa privata è esercizio di stile
Carla

Anonimo ha detto...

Le onde del destino a me è sembrato gratuito, mentre Dogville era un film utile oltre che bellissimo..ma questa volta mi sembra troppo...sesso, morte..mah
Erta99

Anonimo ha detto...

Lars Von Trier è il Kubrck del nuovo millennio. Stop. Finito dibattito. Non è un'opinione, ma un dato di fatto

Vince ha detto...

mmhh, m'ispira decisamente.

Ma "soprattutto se alla fine i protagonisti scoprono che l’Anticristo è già tra noi" , dicesi spoiler???

Andrea ha detto...

"Le onde del destino", è un film che adoro, genialmente provocatorio; in "Dogville", per citare un titolo, ho colto provocazione senza genialità, un pretenzioso esercizio di stile. Attendo con ansia il nuovo lavoro, di certo una dote che si può attribuire a Von Trier è l'imprevedibilità.

Anonimo ha detto...

Lo adoro!!! Direttrice si è scordata di citare un altro capolavoro, “le 5 variazioni”!!! lo aspetto con ansia ma…se il festival di Cannes c’è a maggio e verrà presentato lì, quando uscirà qui in Italia? Un anno dopo come è successo con “Che – L’argentino”????
Sara

Arwen Lynch ha detto...

Non esageriamo a dire che Von Trier è il kubrick del nuovo millennio...è un grande autore ma dire queste cose è un po' come bestemmiare scusate se lo dico..Von Trier mi piace, ma le opere che preferisco sono le onde del destino dogville e dancer in the dark, vedrò questo film senza alcun dubbio perchè Von Trier mi piace molto...quando si parla di provocazione per me si parla di innovazione artistica :)

Anonimo ha detto...

Direttore, ma come hai fatto???! Ho negato a tutti notizie sul film! E ora mi inseguono tutti perché pensano che le notizie a te le ho date io!!! Chapeau al buon giornalismo!
Alessandra Tieri

Anonimo ha detto...

Il problema è che spesso quando sui film si alza lo scandalo è perché il film non è abbastanza valido. Amo Von Trier ma questo sesso e dramma mi puzza
Rino

Anonimo ha detto...

Von Trier o si odia o si ama. io lo amo, follemente: più umilia i suoi attori, più umilia i suoi spettatori più in qualche modo godo. Masochismo?In un certo senso si. Ma i suoi film li vivo sulla pelle, mi entrano in corpo e così coem vedo DANCER IN THE DARK ogni qual volta penso che la mia vita fa schifo e per ritornare a galla voglio toccare il fondo con quel finale che mi fa stare male, DOGVILLE è un trattato di psicologia sull'animo umano con quella frase che la Kidman dice sul finale quando ordina di uccidere la madre e i bambini, una alla volta: lucido, folle, malvagio.
E questo ultimo film, in attesa dell'ultima parte della trilogia, lo attendo con ansia.

Vorrei approfittare x ringraziarla Direttore: ho appena letto che il Marc'Aurelio alla carriera verrà dato a sua altezza Meryl Streep e che probabilmente ci sarà occasione per un incontro con il pubblico. Sono già alettrizzato all'idea di poter vedere da vicino una donna, un'attrice che con le sue performance ha dato più di un senso alla mia vita.Grazie!

B.

Anonimo ha detto...

Vero. Meryl Streep è enorme, che faccia Mamma mia! o Kramer contro Kramer. L'altra sera l'ho vista in quella commedia con Uma Thurman..era fantastica, una mamma ebrea credibile e fenomenale..perché non facciamo la classifica delle sue interpretazioni più belle Direttore?
Per me:
1. Kramer contro kramer
2. I ponti di Madison County
3. La scelta di Sophie
4. Silkwood
5. La mia Africa
Vanessa

piera ha detto...

da PIERA DETASSIS
NON RICORDO UN FILM IN CUI NON MI SIA PIACIUTA MERYL, E POTERLA AVERE A ROMA E' UN GRANDE SOGNO CHE SI REALIZZA. PENSAVAMO FOSSE DIFFICILE, FORSE IMPOSSIBILE. E INVECE HA DETTO SI' IN POCHE ORE E SENZA RICHIESTE DA STAR. FANTASTICA. E SE VOGLIAMO GIOCARE CON LA LISTA DEI FILM A QUELLI (GIUSTISSIMI) GIA' SEGNALATI DA VANESSA, COSI', SENZA NEPPURE CONTROLLARE, AGGIUNGO THE HOURS, IL DIAVOLO VESTE PRADA E MAMMA MIA! NON SONO FILM CHE METTEREI IN CIMA AI MIEI PIACERI FORTI, MA LEI...LEI E' SUBLIME.

persogiàdisuo ha detto...

Dogville è il mio film preferito in assoluto. Queso alone di scandalo che circonda il nuovo puzza troppo di gratuità. Von Trier non aveva bisogno di sesso e horror per far parlare di sè.

Anonimo ha detto...

In THE HOURS pure un semplice gesto coem quello di separare il tuorlo dall'albume la rende ENORME.
Beps

Anonimo ha detto...

Scusate ma forse non ricodate l'ansia lungo Kramer VS Kramer e la scena finale con l'ascensore che si chiude....incredibile l'intensità, non recitava nella parte di Joanna Kramer, era lei Joanna Kramer
Rio

Anonimo ha detto...

La verità è che non è Von Trier ad aver bisogno di psichiatri, ma che sono gli psichiatri ad aver bisogno di lui. Sono pronto a scommettere che pagherebbero per sapere cosa c'è nella testa di quell'uomo.

Massimo Manuel ha detto...

L'Anticristo di Lars è un'opera intensa e molto formale, che fa della narrazione piuttosto che del narrato il suo punto di forza. Il prologo che apre il film è la dichiarazione d'intenti dell'autore: l'attenzione è tutta sulla forma, sulla scelte di regia che se da una parte rimandano al primo von Trier, dall'altra sembrano rinnegare tutto ciò che il regista danese ha realizzato negli ultimi tempi. La fotografia livida e ricercatissima, le riprese a rallentatore, la scelta di precisissimi dettagli piuttosto che la (solo apparente) scarna casualità del Dogma, tutto questo sparisce davanti ad una ricercatissima scelta di stile che è anche un atto d'amore ad un certo cinema europeo (il film è dedicato a Tarkovsky). Fra l'altro non è neanche il caso di banalizzare la trama che ai più è sembrata solo un pretesto: alla storia, invece, proprio perché infrange una costante di von Trier (la donna succube e martire è qui ritratta spietata e colpevole) bisogna dedicare più di una riflessione, perché se è vero che il complesso impianto teorico sembra non risolversi del tutto, è altrettanto vero che al termine Anticristo che fa da titolo bisognerà pur trovare un senso. Se al pubblico di Cannes è saltato in testa l'immediata risposta religiosa e provocatoria della pellicola (se il creato è frutto di Dio ed è il creato a proporsi come incarnazione del male, ne consegue che la natura perversa mostrata nel film è l'Anticristo e dunque il male nasce in nuce nel bene), a me piace pensare che von Trier abbia voluto ancora una volta giocare con la sua smisurata ego e se è vero che è difficoltoso riconoscere in questo film la cifra stilistica a cui l'autore ci aveva abituati, mi vien da pensare che l'Anticristo sia il film stesso nel porsi come anti-von Trier, cioè come negazione, glorificazione ma soprattutto superamento di una carriera, un atto coraggioso e necessario per un uomo travolto dalla depressione e bisognoso di nuovo slancio. Alla fine, l'estrema formalità, l'uso del digitale, gli effetti speciali, l'astrazione totale dal mondo (i protagonisti non hanno nome e si muovono per lo più in un bosco chiamato Eden!) sono tutti segnali che qualcosa è cambiato, che l'antiLars si è manifestato.