Il Vaticano ha ostentato indifferenza tagliando l'erba sotto i piedi di chi cercava scandalo e scomuniche. Mossa intelligente, tanto qui si gioca sul terreno del film corrida dove tutto è possibile e incredibile, dall'antimateria alla setta degli scientisti illuminati che minaccia catastrofi nella casa di Dio, dall'omicidio del Papa al figlio del Pontefice (ma se nel libro era naturale, qui è solo adottato, botteghino oblige). Torna il professor Robert Langdon (Tom Hanks), l'esperto in simbologia che appassionò milioni di lettori ne Il Codice Da Vinci, e la buona notizia è che stavolta è pettinato da cristiano e debutta prestante con una lunga nuotata in piscina.
Ciò dettto, del contenuto poco importa e niente impressiona, men che meno la regia di Ron Howard versione popcorn. Ma il giocattolone ha ritmo e concretezza, l'action funziona, le onnipresenti Lancia filano che è una bellezza senza incappare nelle famose buche capitoline, gli italiani Pierfrancesco Favino e Cosimo Fusco si fanno notare. Soprattutto trionfa Roma: la città papalina e il Vaticano, ricostruiti gran parte in digitale, acquistano mistero e ambiguità, monumenti e catacombe sprigionano fascino e terrore, su tutto spira un vento acre di suburra e intrighi. Insomma, la Roma virtuale è più vera del vero.
