
Il prossimo 3 dicembre uno dei registi più rappresentativi del Novecento, nonché l'icona assoluta di un certo modo di fare cinema, compirà ottant'anni: Jean-Luc Godard, l'uomo che mise le basi della Nouvelle Vague, che con Fino all'ultimo respiro rivoluzionò completamente il modo canonico di fare cinema e il modo di utilizzare una macchina da presa, taglierà il traguardo delle ottanta candeline. In fondo sono passati cinquant'anni proprio da quel film con Jean Seberg e Jean Paul Belmondo che, rivisto oggi, non dimostra affatto la sua età. Facciamo un gioco: qual è il vostro Godard preferito? Quello che trasgredisce dai modelli narrativi degli inizi, quello di Questa è la mia vita o quello de Il disprezzo? Quello più politico de La cinese e Crepa padrone, tutto va bene oppure quello degli anni Ottanta di Prénom Carmen e Je vous salue, Marie? E soprattutto, chi è oggi l'erede di Godard? C'è qualcuno che come ha fatto lui ha il coraggio di rompere gli schemi a cui siamo ormai abituati e annoiati?