lunedì 22 giugno 2009
La recensione: MARTYRS
E' l'epoca delle donne vendicatrici, in fuga da sotterranei di tortura e seviziatori di fanciulle, cresciute nellla violenza e pronte ai delitti più efferati. Martyrs pare la versione crudamente horror di Uomini che odiano le donne: una bimba fugge coperta di piaghe e ferite dalla tana dove il lupo l'ha nascosta. Quindici anni dopo, inseguita e mentalmente torturata dai suoi spaventosi fantasmi, fa strage di una serene famiglia borghese. Che tale, naturalmente, non è. Nel film vince l'immagine sgranata, in presa diretta sulla violenza sulle donne. E invece c'è molto altro in questo spaventevole e davvero inguardabile Martyrs del francese Laugier: la mistica del martirio e l'origine della follia nazi, la deriva dell'orrore verso l'estasi. Fino al peggio che possiate immaginare, un finale "senza pelle".
In Francia è stato uno scandalo: prima ritirato, poi contestato all'uscita in sala, il film si è beccato il massimo divieto. Eppure non è affatto, e non solo, uno di quei riprovevoli "torture porn" alla Hostel che vanno tanto di moda; qui il male insito nella natura umana non suscita attrazione, ma dolore. Un film d'autore che ha superato davvero tutti i limiti consentiti.
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5 commenti:
Film atroce davvero...non so se sia autoriale o meno una cosa del genere. A me ha fatto venire gli incubi...ma certamente non è un horror convenzionale...
PI81
Terribile, io non sono riuscito a finirlo, ma ne riconosco la genialità
K
Non so come facciano a farvi paura cose del genere. Comunque il film non è male, soprattutto la fine
Da grande appassionato di horror e proprio perché in disaccordo (non accade spesso) con il direttore Detassis, mi permetto di pubblicare la recensione del film che ho scritto per il quotidinao "L'Arena" (12/06/2009). Guardo ogni anno decine di titoli di genere e molto spesso lo splatter abbonda, "Martyrs", però, mi ha turbato e irritato. Ecco la mia opinione:
«Sangue, orrore e mistica» sono, secondo il regista Pascal Laugier, i tre ingredienti del film “Martyrs”, da oggi nelle sale italiane in 60 copie. Una distribuzione che è riuscita ad anticipare il visto della Commissione Censura evitando così il marchio “vietato ai minori di” (in Francia è la prima pellicola di genere della storia ad essere stata vietata ai 18). Fatto del quale, per la prima volta dopo decenni di polemiche, dovremmo rammaricarci. Questa pellicola, infatti, contiene un’overdose così bestiale di violenza gratuita da essere sconsigliabile non solo ai minorenni ma a tutto il pubblico ancora dotato di un briciolo di sensibilità.
Laugier ha voluto dedicare “Martyrs” a Dario Argento (il suo film precedente, il modestissimo “Saint Ange”, voleva essere un omaggio a Mario Bava). L’ex maestro dell’horror romano, però, anche nei momenti peggiori della sua carriera, ha sempre strizzato l’occhio al thriller, evitando o almeno giustificando le mattanze. «Sangue, sangue, sangue» verrebbe, quindi, da rispondere a Laugier o, meglio: «sangue, urla e lacrime» visto che, per ammissione degli stessi addetti agli effetti speciali, è stato più difficile far piangere le due protagoniste per l’intera durata (99 min.) che mutilarle. Sarebbe stata più appropriata una dedica a Ruggero Deodato e al suo infame “Cannibal Holocaust”. Siamo, infatti, sul confine dell’ormai estinto Mondo Movie, accezione con la quale s’indicavano film dei ’70 e degli ’80 nei quali venivano mostrate uccisioni di uomini o animali, a volte vere (immagini d’archivio tagliate dai telegiornali) a volte finte. Un genere che sta all’horror come la pornografia sta all’erotismo.
“Martyrs” segue le tracce di due fanciulle: Lucie (Mylène Jampanoï), che da piccola è stata rapita e barbarizzata da degli sconosciuti all’interno di un macello ma è riuscita a fuggire e Anna (Morjana Alaoui) sua amica e, forse, amante. Lucie, convinta di aver riconosciuto in una foto sul giornale i volti di due dei suoi torturatori, irrompe in una casa armata di doppietta e uccide padre, madre e figli adolescenti. Anna corre ad aiutarla, crede che l’amica sia folle, ma scopre che aveva ragione: arrivano dei figuri nerovestiti che la chiudono in un seminterrato dove sarà torturata per giorni. Lo scopo della violenza? Uno dei più sciocchi e pretestuosi della storia dell’horror: farle raggiungere quello stato di grazia divina concesso solo ai martiri della chiesa.
Un plauso alle protagoniste, per il tour de force subito e ai truccatori: gli effetti splatter sono tra i più realistici mai visti. “Martyrs” per i primi quaranta minuti, complice una visione urlante armata di rasoio (della quale non sveliamo l’identità), spaventa parecchio, oltre che raccapricciare. Poi cade in una serie infinita di violenze, torture e seminudità (chi non aveva capito che “Hostel” è una commedia avrà un’illuminazione) così greve e perversa da turbare stomaci e sonni. I fan dell’horror si sono divisi: c’è chi grida al capolavoro e c’è chi si dichiara indignato. Certo la pellicola, seppur in senso negativo, provoca emozioni forti. Tanto valeva portare il pubblico a vedere come si macellano gli animali che serviamo in tavola ogni giorno. Ma come ci siamo arrivati?
Io credo che sia un film terrificante, sia per il contenuto, sia per il contenente.
Ho avuto grosse difficoltà a prendere sonno dopo averlo visto, e vi assicuro che sono un'appassionata del genere horror.
Ma questo film di discosta davvero.
Sono combattuta anche io, tra il definirlo un piccolo capolavoro e il considerarlo un'esagerazione di sangue e violenza.
Non lo consiglio agli impressionabili. Assolutamente.
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